È appena stata riedita nell’Universale economica Feltrinelli la raccolta delle Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani (1916-2000), che costituisce il primo libro con il titolo Dentro le mura di Il romanzo di Ferrara. Sempre da Feltrinelli è recentemente uscito appunto Il romanzo di Ferrara, nella collana “Le comete”, a cura di Cristiano Spila. Il romanzo di Ferrara è l’opera di una vita, scritta e riscritta dall’autore, fino ad arrivare a “una specie di poema romanzesco di quasi mille pagine”.
Assistiamo con interesse alla ripresa di un autore famoso e dimenticato e siamo certi che la rilettura delle Cinque storie ferraresi riserverà qualche sorpresa. Figura di letterato tanto stimato, quanto contestato, Bassani, che fu anche Direttore editoriale di Feltrinelli dal 1958 al 1963 (essendo già consulente dal 1956), legò il suo nome alla pubblicazione del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e pubblicò nella collana che dirigeva, la “Biblioteca di letteratura”, opere di Meneghello, Cassola, Siciliano, Arbasino. Lo stesso Arbasino che entrò a far parte del Gruppo ‘63, fondato da Luciano Anceschi, direttore del “Verri”, assieme a Eco, Furio Colombo, Sanguineti, Guglielmi, solo per fare qualche nome. Erano gli anni ruggenti delle avanguardie sperimentali, gli anni in cui, “pare incredibile, le discussioni letterarie occupavano intere pagine di giornali” (Arbasino). Il vero antagonista era proprio Bassani, in quanto esponente della tradizione o del sistema contro l’Alternativa. Di fatto Bassani venne bollato come la Liala della letteratura italiana.
Le Cinque storie ferraresi risalgono agli anni ‘40, furono tutte pubblicate prima in rivista (“Botteghe oscure” e “Paragone”) e costituirono il tormentato inizio della carriera letteraria di Bassani che aveva, però, già pubblicato raccolte di poesia nel 1945 (Storie di poveri amanti e altri versi). Citiamo i titoli dei racconti: Lida Mantovani, al quale l’autore lavorò per venti anni, La passeggiata prima di cena, Una lapide in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti e Una notte del ‘43 (dal quale venne tratto il film Una lunga notte del ‘43,di Florestano Vancini del 1960) . In questi racconti, nati “con stento”, come ha scritto Bassani, e in gran parte per caso, troviamo la poetica dell’autore: da qui nacque in lui l’idea di trattare Ferrara come se fosse un personaggio e anche di entrare, in prima persona, all’interno delle opere successive, con tratti autobiografici, riflessioni, considerazioni personali. Da questo primo nucleo prese dunque avvio l’intero Romanzo di Ferrara di cui ricordiamo i racconti più amati come Gli occhiali d’oro (1958) e Il giardino dei Finzi Contini (1962).
Nelle cinque storie le riflessioni sulle leggi razziali, sugli ebrei, sul fascismo si impongono già con grande lucidità. Non dimentichiamo che Bassani era stato arrestato nel ‘43 per attività antifascista e che partecipò alla Resistenza.
Sorprendente è la rilettura di Una lapide in via Mazzini, dove assistiamo alla comparsa in città di Geo Josz, “il ragazzo ferrarese ed ebreo. Reduce lui solo (sono parole di Bassani), dall’inferno dei campi di stermino nazisti”, scomodo testimone di una coscienza antifascista, mentre di fatto la città va riassestandosi secondo le vecchie logiche di potere, mercantile e politico, di prima della guerra. Sono racconti di dolente consapevolezza in cui Ferrara diventa simbolo di un’intera nazione avvolta nel pesante panneggio del fascismo. Con questa splendida raccolta, per nulla superata dai tempi (si vedano le pagine sul carattere degli Italiani) pubblicata per la prima volta da Einaudi, Bassani vinse il premio Strega nel 1956.
In due parole: Il ritorno di un grande classico contestato, negli anni ‘60, dalle avanguardie culturali.
Scheda di GABRIELLA D’INA
GIORGIO BASSANI
CINQUE STORIE FERRARESI
Editore: FELTRINELLI
Numero di pagine: 212
Prezzo: € 9,00
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Categories: Lo Scaffale Segreto