Andrea De Carlo torna a raccontare le situazioni inaspettate della vita nel suo diciottesimo romanzo: Cuore primitivo. Il titolo ci dice già molto sul tema della storia ambientata a Canciale, un piccolo paese a ridosso del mare e circondato dall’Appennino ligure.
Le vicende si svolgono tutte intorno ai pochi personaggi del posto. I coniugi Nolan, i vicini di casa, il barista, gli operai, il costruttore…
Vera protagonista è Mara Abbiati, una scultrice italiana, una donna tutto pepe, diversa dalle altre che è sposata con un “professorone” inglese, Craig Nolan, famoso antropologo conosciuto circa sette anni prima a Milano. I due vivono a Cambridge, ma trascorrono le loro vacanze estive in una piccola casa di Canciale, vecchia e malridotta ma molto importante per Mara che vi è particolarmente legata.
La storia comincia con un’epica quanto disastrosa caduta di Craig dal tetto di casa, dopo esserci salito per controllare le infiltrazioni d’acqua in seguito a un temporale estivo. La vecchia copertura del tetto ha ceduto e adesso i Nolan sono alla ricerca di un costruttore che riesca a sistemare il danno in fretta, a meno che i due non vogliano continuare a dormire sotto il cielo stellato…
È qui che entra in scena Ivo Zanovelli, un uomo dall’aspetto ribelle e poco rassicurante che promette ai due di riparare il tetto in pochi giorni e a un prezzo accessibile e che diventerà il terzo incomodo nel loro “quadretto” familiare.
La scultrice di gatte in tufo si adatterà molto meglio ai rumori provocati dai lavori, mentre Craig risulterà infastidito e assumerà un atteggiamento quanto mai scontroso nei confronti degli operai e soprattutto di Ivo. D’altronde i due hanno caratteri opposti: l’uno serio antropologo, poco pragmatico ma con una capacità di analisi ineguagliabile; l’altro con un senso di libertà e praticità come pochi.
Nella calura estiva delle giornate di luglio, qualcosa di strano accadrà nella vita della giovane Mara che si lascerà trasportare da sensazioni nuove e forse dimenticate e che faranno tornare a galla tutti i problemi, i dubbi e le contraddizioni del suo rapporto con il marito, ormai distante e freddo. Ivo e Mara si ritroveranno coinvolti in un sentimento inaspettato, fatto di passione e curiosità, di ricerca e di scoperta del nuovo e del proibito.
“C’è sempre la stessa domanda in attesa di risposta: quanto era inevitabile quello che è successo?”
Attraverso la tecnica dello spostamento dei punti di vista, Andrea De Carlo porta in scena le varie prospettive dei protagonisti del romanzo permettendo al lettore di comprendere le sensazioni di Mara, Craig e Ivo in tutta la loro complessità. A capitoli alterni l’autore mostra ragioni e sentimenti che arrivano a mettere in discussione le loro vite.
Il libro, lento nella prima parte, diventa molto più dinamico nella seconda fase della storia quando alcuni colpi di scena arrivano a sconvolgere la semplice trama del romanzo.
De Carlo si fa strada nella mente del lettore attraverso svariate metafore, come quella iniziale del cedimento del tetto che in realtà rispecchia la rottura nella storia tra Craig e Mara. Cuore primitivo infatti sta proprio a indicare quegli aspetti e quei comportamenti “primitivi” che i protagonisti assumono in determinate situazioni. Il finale poi lascia tutti senza parole, ma d’altra parte che vi aspettavate da un tipo come Ivo?