È Sara Rattaro la vincitrice del Premio Bancarella 2015. L’autrice si è aggiudicata la vittoria per un solo voto, davanti a Simona Sparaco: 78 voti contro 77, mentre 74 sono andati a Enrico Ianniello, 50 a Paolo Roversi, 39 a Giulio Massobrio e 33 a Mallock.
Il Premio Bancarella è un premio letterario nato a Mulazzo nel 1952 e poi trasferito a Pontremoli; si svolge ogni anno il penultimo fine settimana di luglio, dopo una prima selezione che stabilisce sei libri finalisti. Nell’edizione di quest’anno, l’autrice genovese ha vinto con il romanzo Niente è come te (Garzanti), un libro che racconta la storia, sempre più comune, di un padre e una figlia costretti a vivere lontani a causa della separazione coniugale. Il destino riesce a riavvicinare Francesco e Margherita, quest’ultima ormai adolescente, divisa tra luoghi e famiglie diverse. Niente è come te è lo specchio di una realtà oggi molto diffusa che vede tanti genitori lontani dai figli che si sentono poco o per nulla amati.
“Se ami qualcuno non sei disposto a rassegnarti di averlo perso.”
Sara Rattaro ha esordito nel 2009 con il romanzo Sulla sedia sbagliata; successivamente ha pubblicato Un uso qualunque di te e Non volare via, che hanno ottenuto un grande successo di pubblico. Di seguito proponiamo un estratto del romanzo vincitore:
“Il tempo passava e finalmente è arrivato anche il giorno del tuo compleanno e io non avevo la più pallida idea di cosa fare.
«E come vorresti festeggiarlo?» mi ha risposto Enrica. «Come si festeggiano i compleanni di qualsiasi adolescente. I primi a dover assumere un atteggiamento di normalità siamo noi, altrimenti per lei sarà sempre tutto difficile.»
«Quindi?» Brancolavo nel buio.
«Quindi io preparo un dolce e tu le compri un regalo, poi se vuole, ma dobbiamo chiederglielo, possiamo portare una torta anche a scuola per festeggiare insieme ai compagni. A volte mi sembri arrivato dalla luna!»
Mentre Enrica si dimostrava padrona della situazione, io continuavo a ripetere la parola «regalo» come se fosse una preghiera.
Cosa potevo comprarti? La sera prima avevo ripetuto la stessa domanda a tutti i clienti che entravano nell’enoteca. Mentre preparavo loro il conto chiedevo: «Scusate, cosa regalereste a una quindicenne per il compleanno?».
Una collana, un bracciale, l’iPod di ultima generazione, i biglietti per un concerto, una felpa, dei libri. Perché mi sembrava tutto così inutile, Marghe? Sarei mai stato un padre come gli altri? Capace di fare quello che deve, senza chiedere sempre aiuto?
Quando ci siamo seduti a tavola, tu eri molto silenziosa. Avevamo deciso di farti una sorpresa e la giornata era trascorsa senza dirti nulla. Mi sono chiesto se eri dispiaciuta per la mancanza di auguri o ci eri semplicemente abituata.
Abbiamo mangiato parlando del più e del meno, come se quello fosse un giorno uguale agli altri. Poi Enrica è sparita. Ha spento la luce e quindici candeline ti hanno illuminato il viso. Avevi le labbra spalancate.
«Ve lo siete ricordato?» hai chiesto mentre noi intonavamo i tuoi auguri.
«Ora esprimi un desiderio e soffia», ti ho suggerito, sperando che tutto quello che desideravi fosse in quella stanza.
«Ora i regali», ha annunciato Enrica. «Prima quello di papà!» Io, un po’ imbarazzato, ti ho dato una scatoletta quadrata. «Un super nuovo iPod? Che bello! Grazie!» E sentirtelo dire con quella voce allegra è stato il regalo migliore che tu potessi fare a me.
Poi Enrica ti ha messo davanti una grossa scatola di cartone e ha detto: «Bene! Ora tocca al mio. Forza, aprila».
Ti sei alzata e hai tirato fuori diverse cose.
La bambola che ti avevo comprato per il tuo quinto compleanno, un cavallo di peluche per il sesto, un libro di favo- le per il settimo, un puzzle per l’ottavo, la Barbie per il no- no, un lettore CD per il decimo, una calcolatrice per i tuoi undici anni, una maglietta colorata per i dodici e ancora una borsa e un cellulare.
La mia vita senza di te era tutta sul tavolo.Tu hai guardato Enrica. «Ma sono tantissimi!»«Sono tutti i regali che tuo padre non ti ha mai potuto dare! Meglio tardi che mai.»Margherita ha sgranato gli occhi e ha sussurrato: «Io non.. lo sapevo…» mentre io ho portato le mani al volto perché non potevo credere ai miei occhi.
Ma non ero io quello che arrivava dalla luna?”
Ricordiamo inoltre i titoli degli altri libri finalisti del Premio Bancarella di quest’anno:
Se chiudo gli occhi (Giunti) di Simona Sparaco
La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Feltrinelli) di Enrico Ianniello
Solo il tempo di morire (Marsilio) di Paolo Roversi
Rex (Bompiani) di Giulio Massobrio
I volti di Dio (e/o) di Mallock.