Il sentiero del sale di Raynor Winn

Il sentiero del sale di Raynor Winn è un libro che inizia malissimo e finisce bene.

Qualcosa di non scontato nel mondo della letteratura, così come nella vita in generale.

Forse perché Il sentiero del sale non è pura fiction, ma vita vera.

La vita di una coppia di cinquantenni inglesi, Moth e Raynor, che un bel giorno perdono tutto.

A causa di un investimento sbagliato infatti i due perdono la casa, che essendo anche un bed&breakfast costituiva anche la loro fonte di reddito.
E poiché quando le cose vanno male, lo fanno al meglio, a Moth viene diagnosticata una malattia degenerativa.

I due si ritrovano così senza casa, senza lavoro, senza una prospettiva di vita insieme a lungo termine, senza una meta.

Raynor e Moth. Fonte: https://www.bbc.co.uk/programmes/m000ml9b

L’unica cosa che possono fare è decidere di darsi una meta e con un improvviso colpo di testa decidono di intraprendere un lungo cammino attraverso la Cornovaglia.

Due zaini, una tenda, poco equipaggiamento, due corpi non più giovani, una meta da raggiungere e nessun posto in cui tornare.
E un sussidio di 45 sterline a settimana da farsi bastare per mangiare mentre campeggiano all’addiaccio.

Il sentiero del sale è un romanzo memoir, è un resoconto di viaggio, è un diario che testimonia come da un momento buio e terribile si possa trovare consolazione attraversando la natura, immergendosi in essa.

Seguiamo Moth e Raynor mentre viaggiano lungo la costa del South West Coast Path (se ve lo state domandando esiste davvero e il libro ne ha rilanciato il turismo, qui le informazioni).
Soffriamo insieme a loro sia per lo spaesamento che provano all’idea di non avere un posto in cui tornare, sia per le oggettive difficoltà che il cammino riserva loro.

Con un umorismo asciutto infatti Raynor Winn smonta pezzo a pezzo la guida del cammino che ha portato con sé, scritta da qualcuno che

a colazione mangia spinaci, porta il cilicio e dorme su un letto di chiodi, visto che lui va a piedi da Bude a Boscastle in un solo giorno.

Ciò che infatti appare subito lampante a Raynor e Moth è che i tempi e i livelli di difficoltà indicati sulla guida non hanno un’applicazione realistica alla messa in atto.
Loro ci metteranno il triplo del tempo e delle sofferenze.

E non incroceranno sempre una bella umanità: ne Il sentiero del sale compare infatti una non troppo velata critica sociale a come l’Inghilterra percepisca e gestisca il fenomeno dei senzatetto.

Raynor e Moth non sono due escursionisti.
Sono due senzatetto che hanno deciso di camminare.
Non sono be equipaggiati, non hanno i soldi per i campeggi attrezzati di docce né per cibarsi adeguatamente.
E accampandosi dove capita sono anche fuori legge.

Però durante il cammino qualcosa accade.

Raynor, cresciuta in campagna e figlia di contadini, sente sempre di più l’appartenenza alla natura.
Moth, lontano da una quotidianità di diagnosi e medicine, dopo le prime sofferenza si riscopre più forte del previsto.

La natura selvaggia non era mai qualcosa da temere o da cui nascondersi.
Era il mio posto sicuro, era ciò verso cui correvo.
[…]
Quel legame non l’avrei mai potuto perdere; ero la tempesta tanto quanto ero la polvere secca e il grido stridulo delle beccacce di mare. Tutte le cose materiali stavano sgusciando via, ma nella loro scia cominciava a formarsi di nuovo un nucleo di forza.

Il sentiero del sale ha vinto numerosi premi e la storia di Moth e Raynor è verissima.
I due stanno bene e grazie alla pubblicazione del libro e all’enorme risonanza avuta sono riusciti a ripartire, in tutti i sensi.

Il sentiero del sale è quindi un romanzo che ispira la ricerca di speranza quando tutto sembra andare a rotoli.
Un romanzo di viaggio nel senso più ampio dell’espressione, dove al viaggio reale si abbina il viaggio metaforico della vita.

Vi lasciamo uno dei passaggi più belli del Il sentiero del sale, quando tra le mille difficoltà e i molti sguardo di disapprovazione Moth e Raynor incontrano un gruppo di surfisti che attraversano la vita seguendo le onde:

“Siamo dei senzatetto, abbiamo perso la nostra casa, il lavoro, tutto quello per cui avevamo lavorato per tutta la nostra vita, siamo al verde, e io sto morendo, così abbiamo pensato: che diamine, andiamo a farci una camminata. Veniamo da Minehead, andiamo a ovest, poi chissà.”
“Oh, questa è una storia inventata, vero?”
“Nossignore.”
“Cazzo.”
“Proprio così, cazzo.”
“Ma va bene così, tu sei come un’onda, amico.”
“Un’onda?”
“Esatto. Quanto buona sia un’onda dipende dall’opera della natura. L’onda comincia a salire quando il vento soffia sull’acqua, al largo, dopo di che dipende tutto da quanto è forte quel vento, da quanto a lungo continuerà a soffiare, da quanto lontano viaggerà sull’acqua: questo noi lo chiamiamo il fetch, un bel tratto di costa, e ce l’hai fatta: ti ritrovi a “surfare un tubo”. E a te, amico, a te ti ha travolto una fottuta burrasca, cazzo, e il tuo fetch sta ancora correndo, stai andando verso la più grande, la più limpida delle onde tubanti. Non lo capisci? farai uno swash in grande stile!”

Il sentiero del sale di Raynor Winn è edito da Feltrinelli con la traduzione di Laura Noulian.


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