Benché i recenti romanzi, penso soprattutto all’ultima uscita Di tutte le ricchezze, testimonino il contrario, Stefano Benni (nato a Bologna nel 1947) dà il meglio di sé nella forma del racconto. Una dimensione che gli permette forse di imprimere con più profondità i graffi delle proprie unghie tinte di sarcasmo e di raffinata ironia. O forse è solo per scampar alla noia che l’autore sceglie la forma breve schizzando tra storie, mondi e linguaggi diversi. Il Bar sotto il mare è uno degli esempi migliori.
Per parlarne è bene iniziare dalla copertina del libro: il disegno di un gruppo di persone, sedute ai tavolini di un bar, ci fissano come se si aspettassero qualcosa da noi. Non è difficile riconoscere tra loro qualche faccia nota: Sigmund Freud, John Belushi, Edgard Allan Poe, forse Marilyn Monroe… Chissà chi sono gli altri, vien da domandarsi. La risposta sembra arrivare già dalla prima pagina dove una legenda spiega tutto. Ma no, ancora nulla da fare, leggiamo solo indicazioni generiche: l’uomo con gli occhiali neri, la bionda, il marinaio ecc.
Allora mettiamo a tacere la curiosità e cominciamo a leggere il prologo: “[…] camminavo una notte in riva al mare di Brigantes.” Il narratore scorge tra l’oscurità un vecchio con una gardenia all’occhiello (forse il Freud della copertina?) e incuriosito prende a seguirlo fino a guardarlo scendere le scalette del molo e, come se nulla fosse, inabissarsi tra le acque scure. Un suicida che il narratore non esita a soccorrere seguendolo sotto il mare. Lì, fra detriti e cordami, l’insegna di un bar. Il probabile Freud vi sta entrando con passo da palombaro e il soccorritore lo segue. Qualche bracciata, ed eccolo dentro al bar della copertina, con tutti i suoi stravaganti avventori sistemati ai tavoli. Il barista lo accoglie con un bicchiere di vino: “La prego di accomodarsi, perché questa è la notte in cui ognuno dei presenti racconterà una storia.”
Ecco quindi, ogni personaggio della copertina ci racconterà qualcosa. Ventiquattro storie, ognuna con la propria voce e il proprio immaginario. Cosa racconterà Poe? E il marinaio che sembra Braccio di ferro? Quanto sarà diverso il suo mondo da quello di Belushi? L’investigazione iniziale, in cui Benni ci aveva coinvolto per scoprire le identità dei personaggi in copertina, si trasforma in attesa, pagina dopo pagina, dei racconti di ciascuna personalità. E Benni è abilissimo a mutar stile, immaginario, tono e morale di ciascuna storia coinvolgendo il lettore in un gioco di ironici rimandi letterari. Il romanzo epistolare, il racconto nero alla Lovecraft, il giallo alla Christie o il rude periodare in stile yankee, l’autore non si risparmia nemmeno il grande romanzo russo creando delle parodie (alcune davvero dei gioielli) che nulla hanno di canzonatorio ma molto tradiscono dell’amore per la letteratura.
Un libro da leggersi in un fiato, pronti a traslocar di mondo in mondo, divertendoci in un bar pieno di amici che non ci si stancherebbe mai di ascoltare. Con buona pace di Queneau e dei suoi esercizi di stile.
In due parole: ventiquattro storie dall’immaginario collettivo.
Scheda di ANDREA TOGNASCA
STEFANO BENNI
IL BAR SOTTO IL MARE
Editore: FELTRINELLI
Numero di pagine: 198
Prezzo: € 7,50
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Categories: Lo Scaffale Segreto