Il diario di Jane Somers è un romanzo sul mistero della vita e della morte che affronta il segreto stesso della vita umana, e cioè: c’è una forza in noi che, a prescindere dal deperimento organico del nostro corpo, ci rende capaci di resistere alla morte a seconda di quanto ci sentiamo più o meno pronti a morire? In altre parole, quanto conta l’istinto di conservazione e come si manifesta?
Il percorso che fa la Lessing (1919, premio Nobel 2007) parte da uno scavo all’interno della vita di due donne: Jane Somers e Maudie Fowler. La Lessing le spoglia di ogni difesa e pudore portandole verso una presa di coscienza del valore di quei “legami forti” basati sullo scambio relazionale in sé e fondati su quel nutrimento profondo che è il bisogno di esistere per qualcuno.
Jane Somers (J.), l’autrice del diario, è una donna alle soglie dei cinquanta, bella, elegante, di successo. È rimasta da poco vedova. Il marito è morto di cancro e, così come era avvenuto anni addietro per la morte della madre, J. si rende conto di non avere veramente sofferto.
Morto il marito J. si ritrova sostanzialmente sola, “Eppure non mi sento sola”, dirà.
Perché J. è una donna abituata a stare interiormente sola. Abituata a non dipendere dagli altri ma anche a non avere nessuno che dipenda da lei. Chiusa dentro un rispecchiamento narcisistico che la rende emotivamente autosufficiente, tesa a rifuggire dalle esperienze dolorose perché incapace di confrontarsi con il dolore. Così era verso la malattia e la morte e così ora verso la vecchiaia.
In questo senso mai J. si era accorta di quella pletora di donne anziane che abitano nel suo quartiere. Senonché un giorno avviene casualmente l’incontro con Maudie Fowler (M.), una novantenne che, con una sorta di silenzioso magnetismo, riesce ad attrarla in casa sua.
M. vive sola, in un appartamento sporco e maltenuto e in un tremendo stato di incuria sia suo personale che di tutto quello che la circonda; tuttavia, nonostante l’iniziale repulsione di J., tra le due donne si stabilisce un’intimità che risucchia progressivamente J. nell’esistenza di M.
Quest’ultima rifiuta infatti gli aiuti che la rete dei servizi pubblici le offre perché non ammette di essere dipendente dagli altri. Con J. è diverso. Perché J. è diventata un’amica, la sua unica e migliore amica.
M. ricostruisce, in lunghe narrazioni che fa a J., la sua vita nella quale poco o niente ella ha avuto dagli altri.
La presenza di J. dà quindi a M. la possibilità di riscoprire il piacere di voler bene a qualcuno da cui ci si sente voluti bene. Perché anche J. vivrà l’esperienza dell’importanza dell’altro, dell’avere qualcuno che dipende da lei ma da cui si sente anche dipendere nel momento in cui riconosce di essere importante per M. la quale, nonostante l’esaurirsi della sua autonomia fisica, rivela uno strenuo attaccamento alla vita. Ma la natura, altrettanto ostinatamente, fa il suo corso, e a M. viene diagnosticato un cancro allo stomaco.
Un giorno J. aveva scritto nel suo diario: M. è “una vecchietta arrabbiata e indomita […] All’improvviso ho capito che tutta la sua vitalità risiede in quella rabbia.” E quella rabbia M. se la terrà addosso fino alla fine perché dà a tutti l’impressione di stare procrastinando la morte, la “sua” morte.
Ed è, in conclusione, a questo mistero che la Lessing ci richiama: che cosa accade dentro di noi, come e quando la nostra volontà, oltre che il nostro corpo, valica quel confine che c’è tra la vita e la morte.
Questo non lo sapremo mai e neanche a J. sarà dato saperlo, ma anche lei sentirà addosso un’enorme rabbia, quella stessa rabbia che c’era in M.
In due parole: la difficoltà di confrontarsi con la vecchiaia, la malattia, la morte. “No, no, non voglio, non posso, non voglio nemmeno sapere che esistono queste cose.”
Scheda di RAFFAELE SANTORO
DORIS LESSING
IL DIARIO DI JANE SOMERS
Traduzione a cura di Marisa Caramella
Editore: FELTRINELLI
Numero di pagine: 256
Prezzo: € 8,50
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Categories: Lo Scaffale Segreto