Malala Yousafazai è la ragazza pakistana che nell’ottobre dello scorso anno, a soli quindici anni, è stata oggetto di un’aggressione da parte di un miliziano dei taliban pakistani, a seguito della quale è stata raggiunta da tre colpi di pistola, sparati all’interno dello scuolabus a bordo del quale stava tornando a casa. La vicenda ha naturalmente destato una straordinaria indignazione vista la giovane età di Malala: indignazione aggravata dalla motivazione per il quale è stato compiuto l’attentato, ovvero l’impegno della ragazza a favore dei diritti civili e dell’istruzione femminile nel suo Paese. Io sono Malala è il libro che racconta la storia della più giovane candidata al Premio Nobel per la Pace della storia, partendo per l’appunto dal racconto dettagliato dell’atroce aggressione subita.
Malala è nata nel 1997 a Mingora, in Pakistan. La città si trova nella valle dello Swat, città sotto il controllo della dittatura religiosa dei Taliban. A seguito dell’attentato, avvenuto nel 2012, è stata gravemente ferita alla testa e al collo. Oggi vive con la famiglia a Londra, città dove è stata curata. Commovente il suo discorso alle Nazioni Unite del 12 luglio 2013, quando ha indossato uno scialle appartenuto a Benazir Bhutto (la donna politica Pakistana assassinata nel 2007 a seguito di un attentato suicida), lanciando un accorato appello per l’istruzione dei bambini dei giovani in tutto il Mondo.