LA FIGURA NEL TAPPETO di HENRY JAMES

LA FIGURA NEL TAPPETOLa figura nel tappeto è un racconto misterioso che, nella sua apparente semplicità, in realtà suscita nel lettore un desiderio vieppiù incalzante di “penetrare” il segreto finale che in esso si cela. In primo luogo questo racconto si può leggere come l’attesa di qualcosa che deve accadere, di qualcosa che si deve venire a sapere. E James mette abilmente di fronte il protagonista (nonché io narrante) e il lettore, seguendo entrambi lungo i tornanti di questa attesa.
Un’attesa che ha un suo scopo, una sua finalità, ma che, alla fine, non avrà sbocchi, non condurrà a nulla giacché ciò che si attendeva di venire a sapere, e cioè qual è la figura “nascosta” nel tappeto, non verrà alla luce.
Nel racconto la figura, di cui si dovrebbe scoprire l’esistenza, è rappresentata dall’individuazione di un filo e di un senso che si presume tenga insieme tutta l’opera dello scrittore Vereker, è lui stesso che alimenta questa idea e i suoi “critici” si gettano alla ricerca.
Ma “la figura” intesa come la chiave interpretativa nascosta nelle pieghe delle pagine dell’opera di Vereker, la quale nel suo insieme costituisce appunto il “tappeto”, forse non esiste e non è mai esistita e comunque a nessuno sarà dato saperlo.
Il critico letterario Corvick che dice di avere afferrato questa chiave interpretativa la svelerà solo alla moglie Gwendolen, o almeno così ella fa intendere, in quanto subito dopo le nozze Corvick muore. Poi muore anche Vereker. Infine stessa sorte toccherà a Gwendolen la quale, risposatasi nel frattempo con un altro critico, non lascerà in eredità a questi alcunché in merito al misterioso segreto da cui tutto è nato.
E quindi non sapremo mai se Vereker aveva davvero in mente un senso generale e trasversale nella sua opera, se Corvick l’aveva colto veramente e se Gwendolen ne era veramente entrata in possesso.
Siamo qui al centro di una delle questioni cruciali comuni alla vita di ognuno e all’arte: l’esistenza del “senso”, del significato. Perché voler far emergere un senso nel susseguirsi delle nostre azioni e nell’arte è un’aspirazione ineliminabile e “tipica”, ma il rintraccio del significato è un’esperienza il più delle volte vana e illusoria. James si dimostra un precursore lucidissimo della presa di coscienza dell’impossibilità di una ricomposizione tra finzione e realtà, tra falso e vero, tra menzogna e verità e, quindi ovviamente, tra ricerca di un senso e la sua inesistenza, laddove forse l’unico senso risiede nella consapevolezza che non vi è nulla da svelare e che perciò la finzione può farsi beffe della realtà, il falso del vero, la menzogna della verità. Ma in questo racconto James ci suggerisce anche che il segreto dell’opera letteraria va trovato nell’opera stessa e che bisogna predisporsi con attenzione alla sua lettura. James nel 1895, anno in cui scrisse La figura nel tappeto, viveva una fase di crisi e di incertezza dovuta alla sensazione di non essere compreso e all’insuccesso di una sua opera teatrale che lo amareggiò molto. Con questo racconto, quindi, volle anche richiamare l’attenzione sul rapporto che si instaura tra artista e critico e sulle modalità di lettura e interpretazione del testo letterario. Nato a New York nel 1843 e morto a Londra nel 1916, Henry James è uno dei grandi della letteratura statunitense, sebbene fu naturalizzato inglese nel 1915, essendosi trasferito in Inghilterra nel 1876. Noto soprattutto per il suo famoso romanzo Ritratto di signora, è considerato, proprio per la sua opera di romanziere, un autore fondamentale che ha dato una svolta al romanzo moderno.

In due parole: quando l’unica certezza è l’incertezza.

Scheda di RAFFAELE SANTORO

HENRY JAMES
LA FIGURA NEL TAPPETO

Editore: SELLERIOAGGIUNGI AL CARRELLO
Traduzione di Benedetta Bini
Prima edizione: 2002 (Sellerio)
Numero di pagine: 132
Prezzo: € 7,00
NICEPRICE € 5,95 – SCONTO -15%


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