Francisco Coloane (1910-2002) nacque in Cile, nell’isola di Chiloè. Persi entrambi i genitori, all’età di 15 anni si trovò costretto a guadagnarsi da vivere e si imbarcò su una delle baleniere che operavano lungo i canali della frastagliatissima e selvaggia costa meridionale del Cile. Ed è in quei luoghi che La scia della balena si svolge restituendoceli in una dimensione incantevole e terribile, umana e disumana al tempo stesso. Coloane, che è riconosciuto come uno dei più grandi romanzieri sudamericani del ‘900, ci parla di uomini misconosciuti, accomunati da condizioni di vita estreme, in cui tutto ha dimensioni superiori a quelle dell’uomo. È un immenso incontro/scontro uomo natura quello narrato, dove è la natura a stabilire il limite oltre il quale l’uomo non deve andare.
La prosa di Coloane poi, asciutta, nitida, luminosa, suscita essa stessa il fascino dell’avventura. Egli infatti evoca l’avventura che compenetra la realtà di cui parla in quanto, come ha detto Luis Sepulveda, quello è “un mondo dove l’avventura non solo è ancora possibile, ma è la più elementare forma di vita”. Per questo La scia della balena è prima di tutto un grande romanzo d’avventura. Il protagonista Pedro Nauto (P.), come Coloane, si ritrova adolescente, senza genitori, nell’isola di Chiloè. L’assenza di vincoli familiari sarà per P. la condizione per fare il suo ingresso nel mondo. Egli si troverà infatti di fronte alla prima grande scelta: restare ancorato alla terra o imbarcarsi e andare per mare. Questa decisione segnerà non solo P. ma il romanzo stesso che vive delle evocazioni che scaturiscono da questi due elementi. Se la terra si imprime rigogliosa e generosa per come la natura lì si esprime, ma con un orizzonte oggettivamente limitato, il mare appare sinonimo di libertà anche se è il luogo dove le sfide possono essere tremende. Tuttavia esse saranno sempre leali perché la natura è amica a saperla conoscere, infida solo se la si vuole piegare. Mentre, sulla terra, è con le astuzie umane che bisogna fare i conti, dove è proprio la lealtà quello che manca. Coloane ci racconta queste cose attraverso gli incontri e le esperienze di P., la cui attrazione per il mare si materializzerà quando, una notte, sogna suo padre, che peraltro egli non ha mai conosciuto, che gli indicherà di prendere il mare. Ma è nella descrizione delle vicende che si svolgeranno su quella baleniera su cui P. si imbarcherà e con cui parteciperà a spedizioni di caccia alle balene affascinanti e crudeli al tempo stesso che La scia della balena dà il suo meglio. Per la raffigurazione dei luoghi e dei mari: gelidi e cristallini, minacciosi e splendenti, mutevoli e imprevedibili, immensi e maestosi. E per il carattere di vera e propria epopea che ognuna di quelle spedizioni avrà. Se a quella caccia spietata che il capitano Julio Albarran conduce, la sua unica ragione di vita, spinto dalla sua brama di primato sulle altre baleniere, in realtà in quella caccia si consuma un rito che ha un senso di arcano e ancestrale, di bestiale e primitivo, che sprigiona gli istinti più reconditi del capitano e di tutto l’equipaggio: la manifestazione della forza e il suo appagamento. Quello a cui assistiamo è un corpo a corpo uomo-animale che trasmette la ferocia insita nella lotta tra l’istinto di dominio dell’uomo e l’istinto di sopravvivenza dell’animale. Ma quest’ultimo, anche da vinto, può essere un pericolo se l’uomo pretende di imporsi ciecamente. E così, aggrappato alla sua brama, Albarran decide di tenersi attaccato alla fiancata della baleniera quel “maschio di balena azzurra di dimensioni colossali” appena cacciato, anche in presenza di una violentissima tempesta che, a causa del gigantesco peso del cetaceo, mette a repentaglio la stabilità della nave. E in quella che sarà una tragedia si vede “una parte del castello che resisteva per qualche istante sulla cresta delle onde, e al suo fianco un’altra prua più chiara, come se il vecchio maschio di balena azzurra si fosse trasformato in una nave fantasma che lottava per trascinare l’altra nella profondità dell’oceano”.
In due parole: un romanzo essenziale ambientato in quel mondo ai confini del mondo dove tutto parla di frontiera.
Scheda di RAFFAELE SANTORO
FRANCISCO COLOANE
LA SCIA DELLA BALENA
Traduzione a cura di P. Cacucci e G. Corica
Editore: TEA
Numero di pagine: 306
Prezzo: € 9,60
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Categories: Lo Scaffale Segreto