Considerato un “classico contemporaneo”, Tempo di uccidere (fu nel 1947 il primo premio Strega) è il primo romanzo di Ennio Flaiano (1910-1972), giornalista e grande autore di sceneggiature per il cinema, di testi teatrali, polemista e battutista satirico. Flaiano partecipò alla Campagna di Etiopia, come sottotenente, quindi il romanzo, nasce da un’esperienza autobiografica riportata nel Diario (nov.1935-apr.1936) Aethiopia. Appunti per una canzonetta, ripreso in appendice. L’esperienza della guerra sarà determinante per condurre Flaiano a un deciso antifascismo: non a caso il protagonista del romanzo è un “minore”, un antieroe, che nulla ha di marziale e di esemplare nei propri comportamenti.
Molti hanno visto in queste pagine, esemplari per forza narrativa, per originalità (ricordiamo la data: 1947!) oltre a un estenuato sentimento del vivere e a una continua ricerca di senso, nelle descrizioni e nelle scene (indimenticabile il caimano che passa lento, al quale il tenente, per gioco mette una sigaretta in bocca) quel taglio cinematografico che renderà Flaiano grandissimo autore di molti film, tra gli altri tutti i più importanti di Fellini.
Siamo durante la campagna di Etiopia (1935-36). Afflitto da un terribile mal di denti, un tenente italiano, ha una licenza di quattro giorni, sufficienti per trovare un dentista, in città, lontano dalla postazione di guerra. Ma il camion che lo conduce si ribalta e il tenente prosegue a piedi, smarrendosi nella boscaglia. Incontra una donna, un’indigena, con la quale si capisce a gesti e con le poche parole che possiede; rimane con lei, sorpreso dalla notte; per un fatale errore, spara un colpo a un’ombra, forse a un animale, ma il proiettile rimbalza sulla donna ferendola gravemente. Da qui l’azione precipita, il tenente non sa che fare, se restare o fuggire. Infine, per risparmiarle una terribile agonia, decide di ucciderla e di seppellirla. L’enormità del fatto gli si rivela all’improvviso: ha inizio il suo degrado, l’inettitudine, la vigliaccheria lo portano a non denunciarsi; e soprattutto si fa sempre più concreto il pensiero di avere contratto dalla donna la lebbra. Immagina il processo, la macchina burocratica che si attiva, la licenza revocata, lo scandalo. Allontanatosi dal luogo fatale,viene raccolto da un camion e giunge nei pressi della città di A. dove cerca, invano di farsi curare il dente. Lo accompagna il ricordo costante della moglie, delle sue care lettere, ed è oppresso dalla sensazione di non essere più degno di lei, di non potercela fare a tornare in patria, dove peraltro dovrà tornare, per curarsi, per guarire, forse per uccidersi… Ma tutto ciò avviene in una sorta di immobilismo, al di fuori della tragedia, se mai all’interno di una “sciagurata commedia”, in un clima attonito, sospeso, dove non si rintracciano più regole, né il bene, né il male. Fino alla sorprendente e inaspettata conclusione.
Scheda di GABRIELLA D’INA
ENNIO FLAIANO
TEMPO DI UCCIDERE
Editore: RIZZOLI
Anno di pubblicazione: 1947
Numero di pagine: 312
Prezzo: € 9,90
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Categories: Lo Scaffale Segreto